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Tai Ji Quan. La lezione della Medusa.

Updated: Nov 17, 2021

Nella Tradizione del Tai Ji Quan e delle Arti Marziali in generale, si fa spesso riferimento

alle qualità osservate in Natura, in particolare in alcuni animali. Nella mia ricerca volta

ad ottenere la maggior efficacia e fluidità con il minor dispendio energetico, ho trovato ispiranti le qualità di un essere primordiale e insolito: la Medusa.


La Medusa è costituita per il 98% di acqua. Ha un apparato nervoso molto basico.

Non ha ossa, né muscoli ed ha una consistenza elastica e morbida, simile a una gelatina.

È priva di vista, ma percepisce la luce ed il suo habitat grazie alla sensibilità dei suoi leggerissimi tentacoli. In sintesi, è come acqua che si muove nell’acqua.


La Medusa è in grado di coprire distanze enormi, spendendo pochissima energia.

Il segreto è la sua tecnica di nuoto, particolarmente efficace ed efficiente, che coniuga

Forza e Bellezza, manifestando tutta la Sapienza della Natura.


È uno stile che cela un meccanismo contro intuitivo, che ha ingannato per molto tempo

gli osservatori, facendo credere, ad una prima analisi, che l'elegante nuoto della Medusa fosse essenzialmente dato dalla ritmica chiusura e apertura del suo ombrello,

come fosse un motore a reazione. Invece, si tratta di un meccanismo più sofisticato, fondato sul principio di perfetta alternanza e compensazione complementare di vuoto e pieno, cedevolezza e azione, Yin e Yang. Proprio come nei movimenti del Tai Ji Quan.


In effetti, la forza propulsiva della Medusa non è data dalla compressione dell'acqua nella parte interna del suo ombrello: in tal caso ciò comporterebbe due fasi distinte, intermittenti e separate, ovvero, una fase di sforzo nella compressione e una di rilassamento nell'apertura dell'ombrello. Ma, ci vorrebbe un apparato muscolare, che non c'è.


Infatti, il movimento è creato a partire dalla superficie esterna dell'ombrello, che arretra sfruttando la sua consistenza cedevole ed elastica, come una ventosa, così creando una decompressione, un vuoto, come in un inspiro. In tal modo la Medusa avanza infilandosi leggera nella bassa pressione creata avanti a sé e, appoggiandosi contemporaneamente all'acqua con la parte interna del suo ombrello che man mano si chiude, avanza

con leggerezza, senza sforzo, modulando movimento e direzione.


Ecco come il Praticante di Tai Ji Quan può apprendere dalla Medusa l'Arte di muoversi alternando e compensando Yin e Yang. Ovvero, per spingere, il Praticante dovrà prima cedere elasticamente, assorbendo una piccola quantità della pressione ricevuta, creando avanti a sé un piccolo spazio vuoto (Yin) nel quale penetrare senza fatica, modulando

la forza del gesto con sensibilità e leggerezza (Yang), adattandosi alla forma del pieno

che andrà a pressare e poi nuovamente ad abbracciare e avvolgere (Yin).


Invece, per tirare, farà il contrario: prima opporrà una leggera spinta elastica (Yang), per poi riassorbire in sé (Yin) la forza di opposizione così procurata, accogliendola e guidandola con movimenti a spirale nel proprio spazio centrale vuoto, per poi restituirla nuovamente, seguendo un flusso che non prevede andata e ritorno, ma solo sviluppo senza soluzione

di continuità in un unico vortice che respira incessantemente, compensando e trasformando reciprocamente Yin e Yang con un movimento completo, unificato.


Questo modo di operare, promette nel Qi Gong di apprendere come far respirare all'unisono l'intero corpo, accumulando e armonizzando le coppie di energie interne Yin e Yang.


Nell'Arte Marziale, promette grande efficacia ed efficenza nell'esecuzione delle Tecniche e nel padroneggiare la compensazione di interno ed esterno, lo spazio e la relazione armonica con il partner, sia nelle sequenze codificate che nel combattimento libero.


Al livello più profondo, tale pratica promette di acquisire la capacità di muoversi in unità integrata di corpo, mente, spirito, equilibrando Yin e Yang, interno ed esterno, nelle sei direzioni, seguendo istintivamente il movimento del QI, guidati solo da respiro e Intenzione Impersonale, in accordo con il principio Wu Wei (fare senza fare, agire senza sforzo).


Infine, come una Medusa che si muove potente e leggera, esprimendo la Forza senza sforzo che nasce dalla percezione profonda di agire unito al tutto, come acqua nell'acqua, la Pratica promette di apprendere come superare l'apparente separazione esterno, interno, io e non io, divenendo un tutt'uno con il movimento energetico e con ciò che ci circonda e ci contiene, ovvero, ciò che in definitiva siamo. Parte del Tutto e parte per il Tutto.


(Bruno Banone)


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