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Tat tvam asi (Questo sei tu).

Updated: Sep 9, 2021

Nel famoso affresco di Michelangelo, sul soffitto della Cappella Sistina, in Vaticano, le dita

di Dio e Adamo non si toccano. Il dito di Dio è teso per toccare quello di Adamo, ma il dito

di Adamo è piegato all'ultima falange, quasi tentennante e non lo tocca. Perché?


È un pezzo di Storia. Nel 1512 quando Michelangelo completò l’affresco, i Cardinali responsabili delle opere in Vaticano gli chiesero di rifare questo dettaglio apparentemente

di poco conto. Michelangelo aveva inizialmente dipinto le dita di Dio e di Adamo che

si toccavano. I Cardinali chiesero invece che non si toccassero e che il dito indice di Dio fosse teso al massimo, mentre l'ultima falange del dito indice di Adamo doveva essere rappresentato contratto, quasi tentennante.


Questo per significare che Dio è lì, ma la decisione di cercarlo dipende solo dall’uomo. L’ultima falange del dito di Adamo, rappresenta così il libero arbitrio della Coscienza Umana.


Peraltro, su questo particolare affresco, oggetto di infiniti studi esoterici nel corso dei secoli, ci sarebbe da fare un discorso ancora più ampio riflettendo sul rapporto duale Uomo/Dio (qualunque cosa si intenda per Dio).


Nell'esoterismo Occidentale la sfera pertinente al Divino è definita Macro Anthropos

e quella pertinente all'essere umano, Micro Anthropos, sottendendo quindi due dimensioni, due aspetti della Manifestazione duale di una stessa Unità.


Secondo la fisiologia sottile Orientale e Occidentale è universalmente riconosciuto e spiegato che l'Uomo può entrare in contatto con la dimensione divina attraverso il risveglio della Pineale, una ghiandola al centro del cervello umano, spesso rappresentata come

una pigna in molte sculture e dipinti religiosi anche in ambito Cristiano Cattolico.


Quindi, in qualche modo la relazione apparentemente duale Uomo/Dio trova una soluzione nella presa di coscienza di sé.


Per questa riflessione potrebbe tornare utile il rimando ad uno dei più significativi insegnamenti del Chandogya Upanishad, importante testo della Filosofia Vedanta,

ovvero il mantra: Tat Tvam Asi. Questo è il primo di tre mantra che sintetizzano la comune identità tra Spirito individuale, Atman, e Spirito universale, Brahman.


Tat tvam asi (Questo sei tu).

Riconosco il divino in qualunque forma, entità o sensazione mi compaia davanti.


Aham brahmasmi (io sono Brahman, il Divino).

Riconosco di essere io stesso divino.


Ayam atma brahman (Dio e io siamo Uno).

Riconosco che tutto ciò che incontro nella manifestazione duale è un riflesso di me stesso.


Dal momento che si afferma che Tutto È Uno, il Creato coincide quindi con il Creatore. Ciò condurrebbe la dimensione duale un gioco di specchi ad Effetto Droste tra Creato e Creatore. Si potrebbe dire che se Dio ha creato l'Uomo, l'Uomo ha creato Dio.


(Bruno Banone)


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Photo: https://benvenutiinparadiso.wordpress.com/2013/02/07/la-creazione-di-adamo/




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