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Il DNA dell'Arte Marziale.

Updated: Jan 15

Nel Macrocosmo come nel Microcosmo, la forma della struttura energetica di ogni essere vivente è paragonabile a una doppia spirale, al contempo ascendente e discendente,

che si avvolge intorno al vuoto dell’asse centrale, alternando due energie opposte e complementari, com'è simboleggiato dai due serpenti del Caduceo, oppure da Yin e Yang nel simbolo del Tai Ji, al quale si ispirano i principi universali comuni a tutte le Arti Marziali.


Nello scontro/incontro tra due strutture così formate, quella che esprime il miglior allineamento dell'asse centrale, il maggior radicamento a terra, la miglior coerenza

e profondità di rotazione, letteralmente si inserisce nella spirale dell’altra struttura, integrandola, completandola, guidandola per armonizzarla, se si vuole danzare, oppure disarticolandola, demolendola, se si vuole combattere.


Si tratta di un movimento poco visibile dall'esterno. È un movimento interno che esprime

una forza che non ha a che fare con contrazione e rilassamento, massa per velocità, forza muscolare o preparazione atletica. Si tratta piuttosto di una competenza e specializzazione della capacità di connessione neurale, dove la struttura muscolo scheletrica non crea

la forza, ma la conduce come ritorno elastico della risposta di terra alla Forza di Gravità, canalizzandola in una doppia spirale, al contempo centrifuga e centripeta.


La qualità maggiore di tale struttura di conduzione della Forza, come accade per un cavo elettrico, una fibra ottica o una semplice canna per l'acqua, è quindi la portanza,

la flessibilità, l'assenza di punti di dispersione, di ostruzioni o tensioni parassite: il vuoto.


Non si tratta di deviare l'attacco respingendolo con la forza e neppure di tirare o spingere o di rilassare o contrarre la muscolatura, ma si tratta di estendere la proprie spirale entrando nella struttura dell’altro, per modificarla, lasciando che il flusso cinetico trasmesso con delicatezza e precisione, senza nessuna pressione o impatto, vada a ricalcare, guidare

ed eventualmente compromettere la struttura dell’avversario, sradicandola da terra

per poi abbatterla, rivelando il punto in cui è più debole e incoerente,


Il movimento interno è fluido e continuo e può entrare in connessione con la struttura dell'attaccante in qualsiasi fase di azione e tempo si trovi: battere o levare, spingere o tirare. Per chi porta l'attacco, la forza si muove in modo lineare, da A a B. Invece, per chi riceve e accoglie l'attacco il movimento a spirale assorbe e conduce la forza dell'attacco a terra, restituendola con un ritorno elastico senza soluzione di continuità, convogliando il QI in una spirale virtualmente infinita, come il flusso di un Toroide.


Tuttavia, per comodità potremmo distinguere questo movimento interno a spirale in una sequenza continua di quattro fasi, indipendenti dal ritmo e fase del respiro, ma più propriamente dipendenti dalla sequenza di apertura e chiusura degli snodi muscolo scheletrici, che scorrono fluidi come il movimento del corpo di un serpente, dove ogni fase

è al contempo effetto della precedente e causa della successiva. A partire da "Song" (ascolto, rilassamento, affondamento, accoglimento, accumulo) si sviluppa così la capacità di rilascio della forza di ritorno da terra che si sviluppa attraverso la sequenza: Distensione > Accumulo > Rilascio > Estensione > Distensione e così via...


Il tempo tecnico di presa del contatto è simile a quello di due trottole che si avvicinino:

nel linguaggio delle Arti Marziali Giapponesi è conosciuto col nome Go No Sen.

La disposizione interiore di centratura, disponibilità, assenza di iniziativa e ascolto attivo,

che può incontrare l'attacco in un abbraccio accogliente o in una presa disarticolante,

è un Principio estratto dal secondo dei 20 Precetti del M° Gichin Funakoshi:

Karate Ni Sente Nashi (nel Karate non c'è iniziativa).


In questi due video, prendendo come esempio due Arti Marziali, il Tai Ji Quan e il Karate-Do, che ad un primo colpo d’occhio potrebbero apparire con caratteristiche molto diverse,

è mostrato come nella pratica marziale evoluta, al di là delle forme e degli stili, quando due strutture entrano in contatto si comportano in modo simile.


A tale proposito è anche da sfatare l'errato concetto che il Tai Ji Quan sia uno Stile Interno

e il Karate-Do uno stile Esterno. Ovvero Esterno e Interno sono due polarità della stessa energia: nell'Arte Marziale evoluta i due aspetti sono necessariamente compresenti.

Il gesto visibile esterno è sempre originato e radicato dall'interno. Ogni contatto esterno, riconduce sempre al radicamento, passando dal Centro. È una Legge Universale:

la Forza corre lungo due spirali, contemporaneamente ascendenti e discendenti, interne

ed esterne, centrifughe e centripete. Come nella forma della Galassia e del DNA.


Dal 1983, con un percorso ininterrotto, pratico Arti Marziali Giapponesi e Cinesi ma,

dal 1990 al 2000 ho avuto la fortuna di praticare intensamente anche l'Equitazione.

Ho potuto così osservare come, al di là delle diverse applicazioni, i Principi di funzionalità, efficacia ed efficienza sono gli stessi. Per una semplice ragione: qualunque attività

si pratichi, l'architettura fisica ed energetica del corpo umano è sempre la stessa


Infatti, nei miei Workshop a tema sui Principi fondamentali dell'Energia e dell'efficenza

nel movimento, spesso ospito Praticanti delle più diverse Arti Marziali e non solo.

Per esempio qualche anno fa, presso il Circolo Ippico di Villa Scheibler, ho ideato e condotto "Il Tao dell'Equitazione", un ciclo di Seminari dedicato a un gruppo di Istruttori di Equitazione, per implementare con Principi di Tai Ji Quan e il Qi Gong la consapevolezza nella gestione dell'assetto verticale, lo scarico del peso e la gestione del baricentro unificato con la cavalcatura e dell'utilizzo in efficienza e sicurezza della colonna vertebrale

e della catena degli snodi del corpo e infine della connessione energetica con il Cavallo.


Dal 2015, per passione e per ricerca personale, continuo ad approfondire anche lo studio del Karate-Do, nella Forma NI SENTE NASHI, collaborando con la MasterClass

"Club Cinture Nere" guidata dal M° Alberto Barbanti con la quale ho l'onore e il piacere di collaborare come Docente.


Incontrare Praticanti di Arti Marziali di diverso orientamento e Stile può essere un'esperienza molto ricca e rivelatrice. Il prerequisito richiesto ai partecipanti di una solida pratica nel Karate-Do, permette la comprensione e la condivisione di un linguaggio comune

e offre la dorsale sulla quale ciascuno potrà sviluppare il personale lavoro

di perfezionamento della propria Arte Marziale. Vi aspettiamo.


(Bruno Banone)


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Per informazioni su corsi, seminari e lezioni individuali, di Tai Ji Quan e Qi Gong

in compresenza oppure online di ACSD ELEFANTE BIANCO / Officine Olistiche,

oppure per informazioni sui corsi della MasterClass "Club Cinture Nere"

potete scrivere direttamente nel form qui in basso oppure inviare una e-mail a: segreteria@elefantebianco.org


Per maggior info e contatti del M° Bruno Banone e sul Tai Ji Quan e Qi Gong:

https://www.elefantebianco.org/officina-tai-ji-quan-qi-gong


Per maggior info e contatti del M° Alberto Barbanti e Karate NI Sente Nashi:

https://www.facebook.com/clubcinturenere


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Video thanks to: M°Alberto Barbanti "Club Cinture Nere"

Karate Ni Sente Nashi


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Video thanks to: sochokun

Taichi Chuan — Trouver des astuces par rapprochement transversal


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